È accusato di aver ceduto la sua identità a Matteo Messina Denaro, per dieci lunghi anni. Si tratta di Massimo Gentile, architetto di Limbiate con un incarico amministrativo in Comune, in provincia di Monza, arrestato stamane a seguito di una maxi operazione dei carabinieri di Palermo.
L’uomo, secondo le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura palermitana, originario di Mazara del Vallo, è imparentato con Salvatore Gentile, condannato all’ergastolo per omicidio, sposato con la storica compagna di Messina Denaro. Tra il 2007 e il 2017, Gentile avrebbe prestato la propria identità al boss, agevolandogli l’acquisto di vetture, portate a termine operazioni bancarie e stipulare polizze assicurative.
Grazie a Gentile, il capomafia poteva muoversi nel suo territorio come un cittadino qualunque e con un apparentemente regolare documento di riconoscimento. Insieme all’architetto è stato arrestato anche il cognato, Cosimo Leone, il quale avrebbe permesso a Denaro di effettuare esami clinici in anonimato e di avergli fornito un cellulare quando era ricoverato all’ospedale di Mazara del Vallo. Leone, spiegano gli inquirenti, sarebbe stato “un indispensabile tramite con l’esterno durante l’intero periodo di degenza, e anche un importantissimo punto di riferimento all’interno dell’ospedale”.
