3SG Gallarate, la protesta dei dipendenti alla Camelot. «Turni massacranti»

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GALLARATE – «Da tempo cerchiamo di far capire all’azienda che i turni sono massacranti». Sono le parole di Eugenio Busellato (Cobas) che oggi – 24 aprile – si è riunito con i dipendenti 3SG davanti alla casa di riposo Camelot di Gallarate. “Più rispetto per i lavoratori”, recita lo striscione appeso alle loro spalle. Frase che riassume la richiesta di riorganizzare gli orari di lavoro, ma anche di avere «condizioni economiche più favorevoli».

Turni e premi

Lo dice anche Busellato: «Chiediamo che ci sia più rispetto». Per gli orari, appunto: «Dopo aver lavorato la notte, è previsto un nuovo turno di lavoro», racconta. «Significa che i dipendenti sono esposti a fatiche massacranti». In più, spiega che nell’organizzazione aziendale «sono previste tre figure per nucleo, in realtà ne sono presenti sempre due. E comporta un maggior carico di lavoro».

Inoltre, vengono rivendicate «condizioni economiche più favorevoli», prosegue Busellato. «Con l’istituzione di un premio di risultato». Un punto su cui «l’azienda non ha dato risposte positive». Per questi motivi i lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia, per «iniziare un percorso di protesta che vuole sensibilizzare l’azienda».

La voce dei Cobas

I motivi della protesta sono stati raccolti in una nota diffusa da Cobas. Ecco il testo integrale:

La Direzione Aziendale, nonostante le lavoratrici e i lavoratori abbiano avanzato una proposta di modifica dei propri turni lavorativi prevedendo una pausa dopo il turno notturno, non ha ancora fornito una risposta continuando ad imporre turni massacranti e il giorno lavorativo dopo il turno notturno.

Le lavoratrici, oltre ad assicurare un servizio indispensabile alla collettività per l’assistenza di disabili ed anziani del territorio, devono ulteriormente fare i conti, come tutti quanti, con la propria gestione familiare e personale.

I ripetuti richiami in servizio del personale e il pesante carico lavorativo dovuto all’assenza frequente della terza operatrice nei nuclei non consente alle operatrici il necessario recupero psico-fisico e l’adeguata serenità sul luogo di lavoro con il rischio che ciò influisca sullo stesso servizio. Infatti, le assenze delle dipendenti, vengono gestite aumentando i loro carichi di lavoro.

Inoltre, dopo la difficile fase pandemica abbiamo chiesto di distribuire tra i dipendenti della struttura un premio per contrastare il carovita e gli incrementi di inflazione e aumenti di generi di prima necessità (elettricità, carburanti, spese generi alimentari, ecc.), ma anche in questo caso l’azienda non intende riconoscere alcuna premialità mantenendo una modalità discrezionale per il pagamento dei premi al personale.

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