Asfaltatura via Da Vinci a Gazzada Schianno: sindaco e assessori a processo per peculato

GAZZADA SCHIANNO – Il sindaco di Gazzada Schianno, Paolo Trevisan, gli assessori Anna Elisabetta Lavorgna e Michela De Carli sono accusati di peculato insieme ad un tecnico comunale (che è accusato anche di falso) nel processo scaturito dalla vicenda legata alle asfaltature della via Leonardo Da Vinci.

Rito abbreviato

Una vicenda arrivata in tribunale a Varese nella mattinata di oggi, giovedì 16 maggio, con la richiesta delle difese – rappresentate dagli avvocati Fabrizio Piarulli, Elisabetta Brusa, Fabio Margarini e Stefano Bruno – di accedere al giudizio abbreviato, che dà diritto ad uno sconto di pena in caso di condanna. Richiesta accolta dal giudice dell’udienza preliminare, che ha rimandato al prossimo mese di settembre per la discussione in aula. L’atto che precede il verdetto finale.

Le accuse

Quella delle asfaltature in via Da Vinci è una storia nota ai cittadini di Gazzada, e in sostanza riguarda l’utilizzo di soldi del Comune per finanziare lavori di risanamento della strada su una via che chi ha indagato indica come privata e non interessata da un utilizzo pubblico. Via dove all’epoca dei fatti risiedeva uno degli imputati. Nel dettaglio per l’intervento sulla via Da Vinci, il cui progetto è stato approvato dalla giunta nel 2021, è stata impiegata una somma di circa 20mila euro. Un contributo comunale che, sempre secondo l’accusa, ha superato il limite massimo previsto per le “strade vicinali non soggette ad uso pubblico”. «Sono sereno e confido nella giustizia», è il commento del sindaco Trevisan, che non aggiunge altro rispetto alla sua posizione.

Il caso dei volantini

Ai lavori lungo la via si erano opposti alcuni esponenti della minoranza consiliare, che sono coinvolti in un altro procedimento penale, che per le persone offese sarebbe in parte legato all’intervento sulla via Da Vinci. Un procedimento che non riguarda il sindaco e gli altri membri della giunta accusati di peculato. Le persone offese sono i consiglieri Stefano Frattini, Alfonso Minonzio, Francesco Bosco e una dipendente comunale, e il processo è per diffamazione aggravata, relativa all’affissione di volantini in diversi luoghi di Gazzada. Un episodio risalente al 5 marzo del 2022.

Il finto fatto di cronaca e gli insulti

Volantini dal contenuto diffamatorio, secondo i consiglieri di minoranza, che in quel periodo si erano detti contrari ai lavori in via Da Vinci, sostenendo che avrebbero interessato una strada privata, proprio come quella di cui si parla nei volantini finiti sotto accusa, che contengono i particolari di un finto fatto di cronaca: l’esplosione di uno “spandimerda” durante i lavori di rifacimento del manto stradale in una via privata. Il finto articolo, stampato sul volantino e firmato “L. Da Vinci”, contiene inoltre dei passaggi scritti e dei disegni che, sempre per le persone offese, sono dei chiari riferimenti a loro: sandali da frate per Frattini, due piante per Bosco, la scritta “Zio Alf” per Alfonso Minonzio. Il tutto accompagnato da insulti.

A processo c’è un 70enne, che per la Procura di Varese è l’uomo ripreso dalle telecamere di Gazzada nel momento dell’affissione dei volantini. Il 70enne, tramite il proprio difensore, ha chiesto la messa alla prova.

Ricandidati

Alcune delle persone coinvolte nelle due vicende processuali (è bene sottolineare che per gli imputati in questa fase vale la presunzione di innocenza) si sono ricandidate per le elezioni amministrative del prossimo giugno, a cominciare dal sindaco uscente Paolo Trevisan, che guida la lista Visione Futura e punta al suo secondo mandato. In lista con il primo cittadino c’è l’assessore Michela De Carli. Stefano Frattini (55 anni, chimico ambientale), guida invece la lista Il paese in comune, e ha alle spalle 25 anni di esperienza come consigliere comunale, più un decennio da vicesindaco e assessore. Anche Francesco Bosco è in corsa per guidare il paese nel prossimo quinquennio: l’attuale consigliere di minoranza uscente guida la lista Obiettivo Comune.

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