Il padel di Lissago resta una spina nel fianco. «Difficile tornare indietro»

Il “siluro” (in alto) e una delle possibili alternative progettuali

VARESE – Dal “siluro” ad altri possibili rimedi: al momento non si vede una soluzione della questione dei campi da padel di Lissago, che sta diventando un bel ginepraio.
Da un lato gli imprenditori (anzi, giovani imprenditori) che hanno investito e hanno in mano un progetto unitario che ha incassato il parere positivo degli uffici tecnici del Comune. Dall’altro un Comitato di cittadini che teme di vedere la tranquillità di Lissago stravolta. Nel mezzo il progettista, che ha provato a trovare soluzioni alternative e i consiglieri di minoranza (qualcuno anche di maggioranza) che chiedono chiarezza, ovvero una decisione chiara e definitiva.
Tutti elementi che non sono altro che spine su un progetto che (siluro a parte) visto sulla carta è una rosa, nel senso che, al netto dei timori (alcuni fondati, altri da verificare) dei residenti, l’oasi del padel ha risvolti positivi sotto il profilo sportivo e sociale.

Ma andiamo con ordine nel raccontare quanto accaduto nell’ennesima commissione sul tema che si è riunita oggi (lunedì 15 aprile) nella sala giunta di Palazzo Estense. Commissione convocata dopo la richiesta di audizione dei cittadini depositata dai consiglieri Giuseppe Pullara (Italia viva) e Barbara Bison (Lega). E l’argomento arriva in consiglio il 23 aprile.

Le alternative al “siluro”

Non un “siluro”, ma una copertura a falde così da togliere l’impatto di avere un monolite nel cuore di Lissago. O comunque una struttura con un profilo più “movimentato”, così da non risultare un “pugno” nell’occhio e uno scempio nella realtà. Con le pareti removibili e che all’occorrenza si possano aprire per dare ancor più aria.
E ancora: un’altra soluzione per schermare la struttura osteggiata potrebbe essere la realizzazione di un percorso di accesso ai campi coperto a falde, così da addolcire la vista. Insomma, le alternative al progetto di riqualificazione e ampliamento dei campi da padel di Lissago non mancano: sono state prospettate da Anna Manuela Brusa Pasqué, progettista della riqualificazione.

Commissione divisa in due

Commissione che è stata divisa in due parti: nella prima c’è stata l’illustrazione del progetto rivisto e delle modifiche per addolcire il cosiddetto siluro, mentre nella seconda sono stati ascoltati alcuni cittadini di Lissago che fanno anche parte del Comitato che si è costituito proprio per frenare una riqualificazione un po’ troppo “spinta”.

Indietro non si torna

«Quindi c’è la disponibilità a ragionare sulle possibili modifiche e ridimensionamento?», ha chiesto la leghista Barbara Bison. Domanda che ha contribuito a mettere sul tavolo la posizione dei promotori del progetto: «Certo che possiamo parlarne – ha detto – ma tornare indietro a questo punto è complicato. Un nuovo progetto unitario non è possibile e non è sostenibile dopo che quello che abbiamo presentato ha incassato una serie di pareri positivi. Sono due anni che attendiamo e non abbiamo avuto indicazioni contrarie. Ora rifare tutto da zero per noi imprenditori non è pensabile».

Salvatore Giordano, di Fratelli d’Italia: «Su questo progetto vedo l’amministrazione distante. Mi aspetto che su questa vicenda particolare esca dall’equivoco e dica chiaramente quale posizione pensa di portare avanti tenendo in considerazione tutti gli aspetti relativi a questo progetto e tra questi anche l’interesse pubblico allo sviluppo sociale della zona».

Luca Paris, consigliere dei Cinque Stelle: «Su tutta la vicenda non c’è chiarezza quando invece servirebbe nei confronti degli imprenditori e dei cittadini».

Civati: «Il progetto è stato cambiato»

«Ricordo – ha dichiarato l’assessore Andrea Civati – che il primo progetto che mi hanno mostrato gli imprenditori che gestiscono il padel prevedeva la copertura di tre campi. Proposta che però non è mai stata presentata ufficialmente. Alla presentazione di quell’ipotesi, molti cittadini di Lissago accolsero in maniera positiva la proposta, ed eravamo nell’estate del 2021. Poi però il progetto è stato cambiato. Altro che amministrazione distante».

La voce dei residenti

Lissago è divisa sui campi da padel e a confermarlo sono proprio i cittadini presenti in commissione. A parlare sono Stefano Besani e Massimiliano Macchi del Comitato residenti: «Non è nostra intenzione demonizzare il progetto, anche perché non l’avevamo mai visto prima in maniera ufficiale. Abbiamo però una serie di perplessità. Occorre dire che all’inizio i campi erano solo tre. Con il raddoppio del padel sono aumentate le nostre paure. Temiamo di avere una situazione non coerente con il luogo, che è diventato una zona residenziale, e l’impatto del disturbo è importante. Inoltre Lissago è una delle tre oasi verdi da preservare e quindi la cementificazione che prevede il progetto unitario ci sembra in contraddizione con tutto quanto finora nel rione. A Lissago sono tanti i progetti realizzati per preservare l’ambiente naturale».

Rumore, impatto e traffico

Le proposte di migliorare il progetto: «Le abbiamo viste, ma risolvono solo una delle perplessità che abbiamo. Una struttura migliore dal punto di vista estetico non risolve il problema del rumore, ma nemmeno quello delle altezze. Era e resta una costruzione imponente e impattante». Per non parlare del traffico «che porterebbe un centro di questo tipo». In commissione, tra i residenti, c’è chi ha raccontato com’è cambiata la vita quando sui campi si gioca: «Nelle case più vicine non si riesce a sentire la televisione». E ancora: «La mia casa con una struttura così perde valore. Chi mi risarcisce?».

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