Rescaldina, omicidio per spaccio nel bosco del Rugareto: tutti assolti

Nella foto l'avvocato Roberto Grittini e il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra

RESCALDINA –  Omicidio di Bouda Ouadia, assolti per non aver commesso il fatto Mohamed El Moundiry difeso dall’avvocato Roberto Grittini, Elhabib Rahoui difeso dall’avvocato Francesco Paolo Rondena (entrambi detenuti e presenti in aula), Abdelatif Bouda difeso da Barbara Ballarati d’ufficio e Mohamed Hakmaoui difeso dal collega Stefano Banfi sempre d’ufficio (entrambi latitanti), i quattro imputati per i quali il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra aveva chiesto una condanna a 24 anni di carcere.

Un colpo a bruciapelo al volto

La sentenza di assoluzione (in primo grado) con immediata scarcerazione dei due detenuti emessa oggi, martedì 22 aprile, dalla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio presieduta da Giuseppe Fazio (Rossella Ferrazzi a latere. L’assassinio del 25enne clandestino e senza fissa dimora, ucciso con un colpo d’arma da fuoco il 2 aprile 2022 a Rescaldina nel bosco del Rugareto. Un colpo sparato a bruciapelo al volto della vittima come se si trattasse di un’esecuzione. Per l’accusa il 25enne fu ucciso nel corso di una guerra di bande tra pusher per il controllo del territorio. La zona è da anni teatro della piaga dello spaccio nei boschi.

Ringrazio Dio

La fidanzata della vittima riferì agli inquirenti che il 25enne le aveva confidato che, qualora gli fosse accaduto qualcosa, i responsabili sarebbero stati i quattro imputati. Per le difese, invece, Ouadia fu ucciso da “fuoco amico” (ipotesi smentita in aula da una perizia), quindi non dai quattro appartenenti a una banda rivale. Uno degli imputati, dopo la sentenza di assoluzione e provvedimento di immediata scarcerazione, ha ringraziato Allah, salvo poi tentare di inginocchiarsi per pregare mentre gli agenti della Polizia Penitenziaria lo accompagnavano al blindato che gli avrebbe restituito la libertà. Le motivazioni saranno depositate in 60 giorni, molto probabile il ricorso in Appello della procura bustocca. E’ possibile che a pesare sulla decisione dei giudici sia stata la mancata individuazione di chi ha sparato (anche se esiste il concorso morale in omicidio) e l’incertezza dei testimoni nell’identificare chi degli imputati fosse entrato nel bosco teatro dell’assassinio.

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