Busto, Comunità Giovanile riparte con la nuova generazione. E il Checco che traina

BUSTO ARSIZIO – Comunità Giovanile riparte dopo 35 anni di storia, chiamando a raccolta tutti gli amici storici per una cena da 120 persone per raccogliere fondi a favore dei senzatetto, mission su cui i volontari dell’associazione sono in prima linea ormai da anni. In pista c’è sempre l’immarcescibile Checco Lattuada, braccio destro del fondatore Giovanni Blini, ma si sta affacciando anche la nuova generazione dei figli dei fondatori. Il presidente ora è Alessandro Bernucca, e lo spirito è quello di sempre: aggregare al di là delle età e degli schemi ideologici. E dopo l’estate si vedranno i frutti del lavoro che si sta progettando, con la sistemazione della sede di vicolo Carpi, che è attiva da trent’anni e risente di qualche “acciacco”, ma soprattutto un calendario di iniziative in cantiere.

Il “Congrasso”

La scintilla per l’operazione-rilancio risale ad un paio di mesi fa, quando si è celebrato il “Congrasso” dell’associazione. «Non serioso come un congresso, più denso e goliardico – spiega Checco Lattuada, che è sempre il punto di riferimento e il traino del gruppo – è stata l’occasione per chiamare a raccolta, dopo 35 anni, tutti quelli che sono passati da qui, anche i “vecchi”. Ne è nato un coinvolgimento trasversale, a partire da mio figlio e mio nipote per arrivare ai figli degli altri storici. Si sta affacciando una nuova generazione che ha bisogno di essere accompagnata: un nuovo nucleo di ragazzi anche giovanissimi, tra i 15 e i 17 anni. Sono pochissime le realtà associative che hanno un ricambio così forte». Ora sono i “nuovi” a dettare la linea: spazio all’espressione giovanile, alla musica dal vivo – ma non più solo cover band – e alle iniziative culturali, con una presentazione di libri al mese. Ma il cantiere è aperto.

Oltre gli schemi

E se la nuova generazione sta facendo “ripartire” CG, quella più matura c’è sempre. «Noi continuiamo a far parte di Comunità Giovanile, qui dentro ci sono persone che hanno costruito delle famiglie – rivendica Lattuada – del resto l’associazione fu chiamata così solo perché noi che la fondammo avevamo 20 anni ed eravamo giovani. Ma è un’esperienza aggregativa che va al di là del dato anagrafico». Ma anche di quello politico, come ci tiene a ribadire “il Checco”: «Nasciamo a destra, è vero, ma il nome era stato scelto proprio per andare al di là dello schematismo destra-sinistra, subito dopo la caduta del muro di Berlino». E vale ancora di più, forse, adesso che lo stesso Lattuada è nel “congelatore” della politica, dopo essersi sfilato da Fratelli d’Italia: «Nel congelatore dei partiti, più che della politica – rimarca – la politica continuiamo a farla, ma in altre forme e modalità».

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