Al Campo dei Fiori un sentiero per riscoprire le opere dello scultore Caravati

campo dei fiori sentiero caravati
Un momento della presentazione in Camera di Commercio

VARESE – Natura e arte si fondono al Campo dei Fiori: nasce “La Via del Caravati”, un percorso tematico di circa 16 chilometri che parte da Luvinate e percorrendo i sentieri del Campo dei Fiori porta i visitatori alla scoperta delle opere dello scalpellino varesino Edoardo Caravati disseminate proprio tra i boschi della montagna di Varese. Il sentiero è tracciato e pronto da percorrere: oggi, mercoledì 19 giugno, è stato presentato ufficialmente in Camera di Commercio a Varese (qui sotto il video).

La genesi dell’idea

Ad illustrare il progetto è stato Angelo Del Corso, presidente dell’Associazione Amici del Campo dei Fiori. «Una decina d’anni fa rispondemmo al grido d’allarme di Arturo Bortolozzi degli Amici della Terra per la messa in sicurezza del “Crocefisso con le tre Marie” di Edoardo Caravati che si stava sgretolando». Nel marzo 2015, con l’accordo fra ente Parco, Comune di Varese, Comune di Luvinate e Osservatorio, la scultura fu rimossa, recuperata e ricollocata al Belvedere. Da qui nacque l’idea di intervenire anche a favore delle altre sculture del Caravati presenti nei boschi del Campo dei Fiori, con lo scopo di rallentarne il degrado e l’inevitabile perdita e delineare un percorso che accompagnasse gli escursionisti alla visita delle opere.

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Una delle sculture che si possono ammirare lungo il sentiero

I protagonisti

Il progetto ha preso il via quattro anni fa con il coinvolgimento del Parco Campo dei Fiori e di Art&Run. Definiti gli accordi di competenza tra ente Parco e associazione, con il contributo rilevante della famiglia Caravati (di cui era presente oggi come rappresentante il nipote dello scultore nonché omonimo Edoardo Caravati), del Comune di Luvinate ed il patrocinio del Comune di Varese, è stato affidato l’incarico di recupero e manutenzione delle sculture ad una ditta esperta in restauri lapidei, mentre il ripristino dei sentieri individuati per il percorso tematico è stato realizzato da volontari. La parte grafica, pubblicistica ed editoriale è stata curata da Paola Ghiringhelli, che ha illustrato il lavoro svolto. «Sono stati posti 55 segnavia lungo il percorso. Ogni tappa ha una tabella di presentazione delle sculture». Il tracciamento dei percorsi e la scrittura dei testi delle due pubblicazioni che presentano il sentiero è stata realizzata da Fabio Di Giacomo, mentre la realizzazione e la posa della segnaletica è avvenuta a cura del Parco.

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I lavori di preparazione e pulizia dei sentieri

Due percorsi

Il sentiero tematico La via del Caravati si sviluppa su due percorsi ad anello: il primo, con partenza da Luvinate, ha uno sviluppo di 16 chilometri e un dislivello di 900 metri (qui la traccia gpx). Permette di toccare tutte le nove tappe corrispondenti ad altrettante sculture. Il secondo itinerario, limitato all’area di vetta del Campo dei Fiori è più breve, con partenza dall’Osteria Irma, e percorre 2 chilometri con un dislivello di 100 metri consentendo di osservare tre opere (qui la traccia gpx). «Quasi una seconda Via Sacra che alle soglie del Giubileo merita di essere promossa e riconosciuta», ha commentato l’assessore all’ambiente del Comune di Varese Nicoletta San Martino. Per Luvinate c’era il sindaco Alessandro Boriani. «Siamo contenti di aver partecipato a questo progetto, un’iniziativa molto significativa perché ha messo insieme tanti soggetti». Infine Giancarlo Bernasconi, direttore del Parco Campo dei Fiori. «Negli ultimi anni sono nati alcuni sentieri tematici, che diventano un nuovo modo di frequentare il territorio». La Via del Caravati si inserisce proprio in questo filone.

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La mappa del sentiero tematico con le 9 tappe

L’artista

Nato nella castellanza varesina di Bosto nel 1869, Edoardo Caravati iniziò molto presto il lavoro di scalpellino dovendo contribuire al sostentamento della numerosa famiglia gravata da dodici figli. Dopo il servizio militare si trasferì a Zurigo, dove conobbe la moglie Emma Lydia Knable, con cui andò a vivere in Germania. Nel 1902 si stabilirono a Lautenbach, dove Caravati lavorò nelle cave di granito e per alcune commesse private. Sei anni più tardi, assieme ai quattro figli nati nel frattempo, la famiglia si spostò a Oberndorf, paese d’origine di Emma. Quindi decise di rientrare in Italia, nelle sue zone d’origine, dove si cercavano scalpellini per i cantieri al Campo dei Fiori. Caravati fu così assunto per i lavori del Grand Hotel Tre Croci e della funicolare. Risalgono a quell’epoca la maggior parte delle sculture presenti sul massiccio: al termine delle sue giornate lavorative Caravati dedicava infatti il suo tempo libero andando nei boschi alla ricerca di pietre che potessero ispirare la sua immaginazione e che lui potesse trasformare direttamente sul posto in sculture. Si tratta infatti di sculture ricavate proprio dalle rocce carbonatiche che caratterizzano il  massiccio montuoso, contenenti il tema costante del simbolismo religioso e descrittivi di una cultura popolare ben radicata nello scalpellino-scultore. Al termine del primo conflitto mondiale si trasferì a Luvinate sul “Pian de Cruz” in una casa colonica immersa nel verde. Nel dicembre 1930 Caravati si spense dopo una lunga malattia e fu sepolto nel cimitero di Luvinate, dove dal 1954 riposa anche la moglie Emma.

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