Castellanza, «Tempo scaduto. Fuori i rilievi della Centrale elettrica Ime Power»

CASTELLANZA – Pressing. Non asfissiante come quello di Arrigo Sacchi al tempo del Milan degli olandesi, ma quasi. Già, perché già ieri (martedì 2 luglio) da Palazzo Brambilla è partita la richiesta di poter avere i dati rilevati da Arpa nell’area della centrale elettrica. Parola d’ordine: non mollare e non molliamo.

Il caso

La situazione che da un anno e mezzo vivono i residenti della via Pomini e strade limitrofe è di quelle da togliere il sonno la notte. In senso letterale. E, aggiungiamo, è una di quelle questioni che ogni amministrazione vorrebbe non avere mai sulla scrivania. Per il numero infinito di spine, ma anche per via dei tempi, lunghi lunghissimi che richiedono i passaggi istituzionali. Cioè: sembra che tutto sia fermo, ma la realtà inganna.

«Adesso sembra che non abbiamo fatto nulla o quasi – dice Cristina Borroni, il vicesindaco che ha preso in mano la guida dell’amministrazione – Vorrei ricordare che abbiamo già fatto una diffida e che ora stiamo attenendo i riscontri degli ultimi rilievi ufficiali. C’era una data di scadenza per avere gli esiti, il 30 giugno. Bene a oggi non abbiamo ricevuto nulla e abbiamo già scritti per sollecitare».

Cosa sta facendo l’amministrazione

Non solo. Borroni ha già incontrato anche i residenti. «Sono stata a casa di alcuni di loro – continua – il problema c’è e nessuno qui lo nega. Però non possiamo procedere sulla base del sentito personale e delle sensazioni. Ci vogliono dati e su quelli ci muoveremo». Borroni non fa alcun riferimento alla conferenza stampa del Partito Democratico, ma par di capire che l’uscita abbia destato qualche sorpresa. Di fatto però tira dritto: «Tirare addosso al Comune sarebbe la strada più semplice – continua – ma sulla questione stiamo lavorando insieme ai diversi enti coinvolti. Ad esempio, è giusto dire che la competenza per interventi di tipo sanzionatoria è in carico alla Provincia, che a sua volta sta facendo la sua parte».

Le domande

Poi c’è un’altra questione che tiene banco, a dir la verità più nel chiacchiericcio che nei documenti, ovvero la concessione per la produzione di energia è stata data su quali basi? Quanta dell’energia prodotta deve essere fornita alle aziende interne al polo chimico e quanta può essere venduta? Una parte poi deve essere utilizzata per il teleriscaldamento? Domande che, va detto, non possono trovare risposta poiché la realtà attuale è completamente diversa: nel polo chimico sono ormai poche le realtà produttive attive ed energivore e il teleriscaldamento pare essere un progetto superato. In ogni caso sulla questione Borroni mostra due documenti ufficiali: «Uno a firma dei referenti di Provincia di Varese in cui si spiega quanto previsto dalla documentazione fornita per il rilascio del provvedimento autorizzativo e dove non si fa parla di come “spartire” l’energia elettrica prodotto e l’altro di Arpa dove il teleriscaldamento è considerata un’opzione ma non un vincolo». Non fa una grinza, ma intanto un pezzo di Castellanza non dorme la notte e trema ogni volta che la centrale entra in funzione.

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