Evasione da 50 milioni, preso il mediatore. A Gallarate le società “cartiera”

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GALLARATEEvasione da 50 milioni: i finanzieri del comando provinciale di Varese arrestano un terzo amministratore di società “cartiera” utilizzate per una maxi frode transnazionale. Le manette era già scattate nel novembre scorso per una coppia di coniugi sempre coinvolta nello stesso giro organizzato per aggirare il fisco.

Le società cartiera a Gallarate

In quest’ultimo caso le società “cartiera” aveva sede legale a Gallarate. I militari delle Fiamme Gialle hanno dato esecuzione a un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta della Procura Europea – sede Milano, al termine di un’indagine che ha interessato il sistema delle “frodi carosello” all’imposta sul valore aggiunto. La stessa operazione aveva già portato all’arresto di due indagati, amministratori delle società italiane emittenti fatture per operazioni inesistenti.

Le frodi carosello

L’indagine della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate, condotta trasversalmente tanto sotto il profilo amministrativo-tributario e penale quanto nel versante dell’antiriciclaggio, ha portato all’individuazione di un articolato meccanismo di frode nel settore del commercio di air pods, hard disk e hardware informatici, attuato mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, da parte di società cartiere e buffer e finalizzato ad evadere l’Iva, sottraendo così all’Erario imposte dovute per 50 milioni di euro. Il meccanismo di frode prevedeva l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di società “cartiere” (e “buffer”, che sono un livello ulteriore rispetto alle “cartiere”) con lo scopo di evadere l’Iva. Le società chiamate cartiere si inseriscono nella cosiddetta “frode carosello” perché sono utilizzate per importare solo sulla carta beni da Paesi membri della Ue per poi rivenderli in Italia senza osservare gli oneri tributari. In questo modo le merci vengono immesse sul mercato a un prezzo favorevole (solitamente pari all’Iva evasa) arrecando un danno ai concorrenti onesti.

Il mediatore, gli orologi di lusso e i fucili

Nello specifico caso, all’esito di ulteriori approfondimenti e indagini è stato individuato il soggetto che fungeva da tramite tra le società estere, quelle italiane già individuate e i clienti finali della merce acquistata nell’ambito dell’attività fraudolenta. Al momento dell’arresto le perquisizioni, anche tramite l’utilizzo dell’unità cinofila cashdog, hanno consegnato ai finanzieri due orologi di lusso Rolex modello Yacht Master e Datejust che sono stati sequestrati nonché numerosi smartphone e supporti informatici, utilizzati presumibilmente per le operazioni fraudolente. Nel corso della perquisizione sono stati trovati inoltre 3 fucili, detenuti con porto d’armi, che sono stati ritirati e in ordine ai quali è stata informata l’Autorità prefettizia al fine di far revocare la predetta licenza di detenzione delle armi.

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