Gallarate, è iniziata la pulizia davanti al Gadda Rosselli. A rischio i murales abusivi

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In alto i muri già ripuliti. Sotto i murales degli studenti che potrebbero essere cancellati nelle prossime ore

GALLARATE – Anche al Gadda Rosselli di Gallarate la scuola è finita da un pezzo, i ragazzi sono in vacanza, e di quel progetto che avrebbero dovuto presentare in Commissione Paesaggio per tentare di salvare i murales “abusivi” davanti al loro istituto si è persa ogni traccia. E così oggi, 2 luglio, è iniziata la pulizia del mura di cinta dell’Aloisianum, imposta dalla Soprintendenza in quanto si tratta di un complesso ecclesiastico tutelato. Se gli operai continueranno con lo stesso ritmo odierno, nel giro di un paio di giorni spariranno non soltanto i graffiti meno qualificati, ma anche i disegni realizzati proprio dagli studenti del Gadda Rosselli. E’ una questione di ore. 

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La manifestazione 

Il caso scoppiò lo scorso maggio, con 200 studenti che manifestarono davanti ai cancelli del Gadda Roselli e il dirigente scolastico Pietro Bosello che prese a cuore il desiderio dei ragazzi di non vedere cancellato il loro lavoro svolto nell’ambito del progetto di inclusione e coesione “Filo di perle” con gli educatori di Naturart e mirato alla rivalutazione urbana.
Nonostante l’amministrazione comunale non avesse alcun potere in materia (Commissione Paesaggio e la Soprintendenza sono organi tecnici e indipendenti), il sindaco Andrea Cassani si interessò della vicenda per provare a capire come evitare una cancellazione che già alle prime avvisaglie appariva obbligata, visto che la Commissione Paesaggio ha verificato che non era stata fatta alcuna verifica preventiva e ha negato l’autorizzazione in sanatoria (come invece era accaduto per l’altro grande murales dipinto sulla facciata interna dell’istituto). Ciononostante, proprio in virtù dell’interessamento della parte politica, proprio il presidente della Commissione Paesaggio Simone Paggiarin, dopo aver illustrato il quadro normativo, ha fatto “un’apertura” ai ragazzi invitando gli stessi (laddove ci sia un accordo con la proprietà), a presentare un nuovo progetto complessivo per quelle mura, con la promessa che avrebbe rivalutato il progetto al netto delle decorazioni pittoriche irricevibili e che coprono anche i mattoni sulle pareti di cinta.
Sulla vicenda si era spesa persino l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, dicendosi «convinta che la soluzione potrà essere trovata in tempi stretti vista la disponibilità a proporre un nuovo progetto artistico che possa tener conto delle regole ma conservare quello che i tecnici rendono ammissibile».
Dopo le plateali proteste, però, sono trascorse settimane e in Comune non è pervenuto nulla. E così, per i murales degli studenti il destino appare segnato. Ma a questo punto, di chi sono le responsabilità? 

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