BUSTO ARSIZIO – «La mia paziente respinta da tre ospedali e morta sul divano di casa sua. Mi sono dimesso da medico di base». Il clamoroso addio anticipato alla professione di Carlo Campiglia, per vent’anni medico di medicina generale a Busto Arsizio – condivideva lo studio medico con il dottor Roberto Stella, prima vittima in camice del Covid – e ora solo dermatologo in libera professione, raccontato dall’edizione odierna del Corriere della Sera. «Questa vicenda mi ha schifato e ha fatto da detonatore per una decisione che covavo da tempo. Con che dignità potevo continuare a fare quel lavoro?».
La vicenda di Anna
Si chiamava Anna la paziente del dottor Campiglia. Aveva 81 anni e aveva affrontato una neoplasia mammaria. A febbraio si sente male e il figlio Alessandro chiama il loro medico di base. «Vado a visitarla e noto che respira male – racconta Campiglia al “Corriere” – decido di mandarla al pronto soccorso per altri accertamenti che io non ero in grado di fare». A quel punto Anna viene portata al pronto soccorso di Gallarate: rimandata a casa senza essere ricoverata. Poi a Busto Arsizio e a Legnano: idem come sopra. «Pochi giorni dopo Anna muore sul divano di casa sua – rivela il dottore – non sappiamo se per colpa del ritorno del tumore o per un’altra malattia». Uno shock.
Le dimissioni
E allora Carlo Campiglia dice basta. E dà le dimissioni da medico di base, con sei anni di anticipo rispetto all’età della pensione. «Una professione diventata una questione perlopiù formale, che passa attraverso mezzi elettronici – il j’accuse del medico bustocco – avrei potuto girarmi dall’altra parte, ma ero troppo stanco. La cosa più preoccupante è che questi episodi si minimizzano, ma nelle piccole comunità emergono storie disastrose». Così Busto Arsizio ha perso uno dei suoi medici di base più esperti, e qualcuno dovrebbe riflettere sullo stato della nostra sanità.
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