Suicidal Tendencies e Agnostic Front, a Legnano l’abbraccio del popolo hardcore

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LEGNANO – Una serata all’insegna dello scambio di energia pura, tra artisti sul palco e pubblico, quella di ieri sera, martedì 2 luglio: data del Rugby Sound Festival dedicato a Suicidal Tendencies e Agnostic Front, gruppi leggendari, uno sulla costa ovest e l’altro su quella est degli Stati Uniti, per la storia dell’hardcore. Un appuntamento che ha visto le due band presentarsi in piena forma alla prova del live, circondato da lampi tra nubi poi non foriere di pioggia, e confermata dai tanti “circle pit” culminati con il doppio invito degli headliner a salire e a pogare direttamente sul palco.

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Bagni di folla e cori «ST»

La prima occasione è stata la coppia di canzoni “Possessed to skate” – fin dagli esordi negli anni Ottanta Suicidal Tendencies si sono legati ai ribelli sulle tavole – e il classico “I saw your mommy”, con Mike Muir a chiamare su con lui una vasta folla di tutte le età che si è scatenata a pogare. Uno scenario che si è ripetuto per il gran finale, con la differenza però che il frontman dei californiani si è lanciato tra quanti sono rimasti a terra per cantare insieme a loro la pietra miliare “Instituzionalized”, poi accompagnato da cori «ST» sempre più potenti, a testimoniare il grande entusiasmo e la fedeltà alla band dei fan accorsi.

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Vero e proprio showman più che mero cantante, Muir non si è limitato a spaziare correndo e danzando in ogni punto della scena ma ha anche arringato più volte i presenti tra ironie sulle canzoni d’amore – «amore è anche dire la verità: c’è una guerra» – racconti di un passato tutt’altro che tranquillo e conseguenti consigli di vita: «Se qualcuno viene a cazzeggiare con voi levate nell’aria il vostro medio». Nell’opera di diffusione della furia thrash e hardcore ha trovato più che degna assistenza in una formazione affiatata in cui si è distinto il giovane Tye Trujillo, figlio del noto Rob dei Metallica e abile bassista che con il suo assolo ha annunciato l’inizio dell’esibizione.

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Auguri a Roger Miret tra colpi di scena

Non da meno sono stati in apertura gli Agnostic Front, che dopo un ingresso “morriconiano” sulle celebri note di “Il buono, il brutto e il cattivo” hanno in breve tempo dato fuoco alle polveri con Roger Miret a invocare il circle pit, corsa in circolo eseguita pogando, e trovando una pronta e più che attiva risposta negli spettatori. Come si addice ai membri della dura comunità hardcore della Grande Mela, cresciuti tra la violenza dei ghetti, i richiami del cantante di origini cubane sono stati ai valori di unità, fratellanza e, nel suo caso, alla forza per la lotta contro il cancro giunta dalla persone più vicine, celebrati da “For my family”.

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Tra i ricordi di “Old New York” e l’inno “Gotta go”, non sono mancati colpi di scena, che hanno avuto come protagonista il fido Vinnie Stigma: prima con una comparsata tra il pubblico, poi nei panni di frontman impadronendosi del microfono e cantando e infine come conduttore degli auguri a Miret che ha da poco compiuto sessant’anni. Come saluto la cover di “Blitzkrieg Bop”, pezzo immortale degli amati Ramones, eroi della città che non dorme mai e sopratutto «uomini senza i quali non voi sareste potuti essere punk, hardcore e forse neanche metal».

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Rugby Sound Festival tra muri di chitarre, a Legnano la carica elettrica dei Placebo

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