Ballottaggio Damiani-Cannito: partita aperta. A Malnate l’ora della verità

Sandro Damiani e Nadia Cannito

MALNATE – L’ora della verità. Sandro Damiani contro Nadia Cannito: il primo obiettivo è riportare alle urne – domani, domenica 23 giugno e lunedì 24 giugno – il blocco del proprio elettorato. I due candidati, ma anche le rispettive forze politiche che li sostengono, sanno che l’impresa sarà ardua. Non a caso hanno passato le ultime due settimane a rosicchiare voti a destra e a manca. Senza nessun apparentamento.

Si riparte (quasi) da zero

I 283 voti di differenza che nel primo turno hanno sancito il 3,73% di vantaggio a Damiani su Cannito non possono essere considerati un margine sicuro. Anche perché un ballottaggio è sempre una sfida a sé. Un po’ come nel calcio quando si vince 1 a 0 in trasferta: la partita di ritorno è sempre insidiosa e il “golletto”, anche se fa rima con tesoretto, non è inattaccabile. Ma facciamo un passo indietro.

Gli incroci nell’urna

Non era certo, ma stava scritto nei “tarocchi” della politica che sarebbe finita così fin dall’inizio. E che, a decidere la complessa sfida malnatese sarebbero stati gli sconfitti al primo turno. In questo caso Paola Cassina, candidata di coalizione ma di (area politica) centrodestra e Irene Bellifemine, sindaco a questo punto decaduto, sostenuta dai pasdaran Sostenibili e dai Cinque Stelle. Entrambe hanno volute tenere le mani libere. I maligni dicono perché “la vendetta è un piatto che si serve freddo”.

In che senso? Nel senso che un’alleanza ufficiale incrociata (Damiani – Bellifemine e Cannito – Cassina) sarebbe stata politicamente “contro natura” e avrebbe (anche se c’è chi ha sondato il terreno per forzare le leggi non scritte sul tema) creato fratture nei due gruppi. Sotto l’ala della Cassina ci sono infatti ex leghisti ed ex Fratelli: insomma un po’ troppo vederli andare a braccetto con i piddini, no? E dall’altra parte, con Bellifemine, lo stesso: civici sì, ma di centrosinistra. E poi, l’aver lasciato libertà di coscienza, significa anche gustarsi da fuori il faccia a faccia tra i due blocchi opposti di partito. Una goduria per chi si professa civico.

Ora c’è chi si gusta i pop corn

Vero è però che, sia civici sì civici no, la politica è materia fatta dagli uomini e dalle loro emozioni. E quindi tra le fila della Cassina e della Bellifemine non manca la rabbia di chi si è sentito preso a pesci in faccia dal proprio (ex partito) o dai propri (ex) alleati. E allora il segreto dell’urna diventa il campo migliore per mettere a segno la vendetta. Che potrebbe essere incrociata.

Certo, non tutti gli esclusi saranno di quest’idea. Inutile negarlo poiché tra i due blocchi esclusi ci sarà anche chi, magari turandosi il naso, voterà il candidato più vicino alle proprie idee politiche e chi invece, non sentendosi rappresentato sceglierà di disertare il testa a testa. In ogni caso, voto incrociato, voto strappato e astensione (soprattutto quest’ultima) rischiano di essere i fattori vincenti per eleggere il prossimo sindaco di Malnate. Il quale, una volta indossata la fascia tricolore, dovrà prima di tutto curare le lacerazioni lasciate in eredita da questa campagna elettorale al veleno.

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