«Ti esplodo la faccia»: così minacciava la moglie. Arrestato tunisino a Busto

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BUSTO ARSIZIO – «Ti esplodo la faccia se non mi dai i soldi, ti uccido, ti faccio cadere tutti i denti, ti tolgo gli occhi». Erano queste le terribili parole che un cittadino tunisino residente a Busto Arsizio rivolgeva alla moglie, una cittadina italiana. Una violenza non solo verbale, ma anche fisica: la donna era vittima abituale di percosse da parte del marito che le causavano lesioni. L’uomo è stato arrestato.

Violenza verbale e fisica

La Polizia di Stato di Busto Arsizio ha interrotto il ciclo di violenza del cittadino tunisino responsabile di gravi condotte lesive nei confronti della moglie, dei figli minori e dell’anziana suocera. L’uomo, abitante in città, risultava già avere a suo carico una condanna pregressa per maltrattamenti in famiglia. Malgrado questo si è reso nuovamente responsabile di plurime gravissime condotte riferibili allo stesso reato. L’attività di polizia giudiziaria condotta dal Commissariato di Busto ha permesso di ricostruire i fatti. È emerso che la donna veniva investita da gravi minacce alla presenza dei figli minori terrorizzati. Per tali reati l’uomo è stato tratto in arresto in flagranza e attualmente si trova ristretto, in regime di custodia cautelare in carcere, presso la casa circondariale di Como.

Disposta la sorveglianza speciale

Il questore di Varese, valutata la gravità delle condotte, ha disposto, per mezzo della Divisione Polizia Anticrimine, di attivare un’istruttoria tesa alla richiesta della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Il Tribunale di Milano, sezione autonoma misure di prevenzione, ha accolto positivamente la richiesta, disponendo la misura per la durata di 2 anni e 6 mesi. Quando l’uomo sarà rimesso in libertà sarà oggetto di controlli stringenti in considerazione della sua spiccata pericolosità sociale. Contestualmente gli sarà applicato il cosiddetto “braccialetto elettronico”, dispositivo che consente di monitorare gli spostamenti del sorvegliato affinché si mantenga ad una distanza superiore a 500 metri dalle persone offese, pena l’arresto obbligatorio. Ciò a tutela delle vittime e col fine di evitare la reiterazione di tali inqualificabili condotte.

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