Voto unanime sulla messa in liquidazione della Patrimoniale della Provincia

VARESE – Da questa sera (mercoledì 29 maggio) la Patrimoniale è una società con la data di scadenza, nel senso che, a fronte di una perdita di 10 milioni di euro in Bilancio, che verrà ripianata con le risorse di riserva della società stessa, tutto il consiglio provinciale ha dato il via libera alla liquidazione. E proprio in consiglio anche gli ultimi dubbi di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono trasformati in certezza e nel voto a favore. Risultato: la società verrà chiusa e Villa Recalcati tornerà in possesso di beni immobili quali le Fontanelle, la scuola di via Valverde a Varese, la funivia di Laveno.

Il primo step

E’ stato Mattia Premazzi a relazionare sulla questione. «E’ una delibera articolata che parte da una svalutazione di alcuni beni immobiliari che oggi sono in pancia alla società Patrimoniale. Svalutazione dovuta secondo norma poiché sono state riscontrate discordanze tra i valori scritti a bilancio e quello commerciale di mercato. Fontanelle ed edificio di via Valverde hanno comportato un minus di 10 milioni di euro. E siccome la società e partecipata queste “perdite” devono essere ripianate dalle riserve di risorse. La delibera è finalizzata per approvare il Bilancio».

Secondo step

«Approvato il documento finanziario – ha proseguito Premazzi – bisogna ragionare sul futuro della società. Non è più strategico trasformare la Patrimoniale in una società in house in grado di erogare servizi. E lo scenario che si è andato a definire è quello di valutare alternative, ovvero revocare la delibera della trasformazione in società in house e poi dare via al percorso di messa in liquidazione. Insomma oggi abbiamo una società statica, che drena risorse da Provincia che a sua volta deve pagare il canone di utilizzo di strutture che di fatto sono di Villa Recalcati. Avviare la procedura di liquidazione significherebbe riportare “a casa” gli immobili, risparmiare sui canoni d’affitto».

Il nodo ancora da sciogliere

Resta poi da valutare come eventualmente comportarsi rispetto all’infrastruttura più delicata dal punto di vista della gestione, ovvero l’impianto a fune di Laveno Mombello.

Le voci del consiglio

Sergio Ghiringhelli della Lega: «Voteremo a favore poiché la scelta è quasi obbligata. Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione di perdere una società che di fatto è pubblica e che porrà il tema della gestione di tutta una serie di immobili. Quando a fine 2021 il consiglio provinciale deliberò la via della società in house, forse lì si sarebbe dovuto prendere subito una strada differente».

Il presidente Marco Magrini ha condiviso le preoccupazioni di Ghiringhelli, «soprattutto in merito alla funivia, ma sulla questione creeremo un tavolo di lavoro che prevede anche il coinvolgimento del Tpl e, magari allargando la questione anche alla funivia di Monteviasco che da troppo tempo è ferma e che dovrebbe invece ripartire al più presto».

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