Se ne va anche il primario di Chirurgia. Per l’ospedale di Gallarate altre difficoltà

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Il professor Angelo Benevento

GALLARATE – Nel lento e, all’apparenza, inesorabile ridimensionamento del Sant’Antonio Abate di Gallarate si alza la voce di Angelo Benevento, primario di Chirurgia che annuncia il suo collocamento a riposo dal primo di luglio. Un’uscita di scena destinata, come tante altre di professionisti dell’Asst Valle Olona, a lasciare il segno. Sì, perché Benevento, interviene con un ampio virgolettato su Varese News, nel quale prefigura uno scenario sanitario prossimo al crash. Per il suo reparto e per i nosocomi che fanno capo all’azienda socio sanitaria territoriale di Busto Arsizio, a cui fa riferimento l’ospedale di via Pastori.

“La situazione dei chirurghi non è ottimale: a Busto ne mancano cinque, a Saronno sette” avverte il direttore del dipartimento chirurgico dopo aver raccontato le difficoltà gestionali a Gallarate proprio per la mancanza di personale. Difficoltà destinate ad aggravarsi dal prossimo mese quando, assieme a lui, potrebbero lasciare a breve altri medici. I concorsi peraltro banditi dalla direzione aziendale non avrebbero al momento risolto il problema. E lui, come rivela, ha fatto richiesta di restare in servizio  fino a settant’anni “ma evidentemente non rientro nei programmi di questa Asst” dice senza nascondere il proprio disappunto.

Il professor Benevento sottolinea poi come i chirurghi, così come gli internisti e i neurologi, siano chiamati a coprire anche i turni di pronto soccorso: circa venti notti al mese. “E’ una situazione che penalizza l’attività di reparto: le prestazione di PS sono pagate extra, ma vengono realizzate fuori dal proprio orario di lavoro. Se uno fa dodici ore in pronto soccorso non può operare la mattina successiva” avverte Benevento. Che si sofferma poi sulla fuga dei medici (“Sono il quinto direttore di struttura complessa che se ne va da Gallarate negli ultimi mesi”), focalizzando la sua spietata analisi soprattutto sulla Cardiologia e sulla Radiologia. Senza dimenticare la pesante carenza di anestesisti. Un vulnus che avrebbe contribuito a far scendere, dopo il Covid, il fatturato della Chirurgia dai cinquanta milioni di euro a venti/trenta all’anno. Da venti a quattordici posti letto attivi “spesso occupati anche da pazienti di altri reparti”.

Come uscire dalla pesantissima impasse generale? La soluzione, secondo il primario, è l’ospedale unico. Di seguito: “Oggi il Sant’Antonio Abate, così come il nosocomio di Busto, è superato, vecchio come concezione e come servizi alberghieri. Ben venga un polo unico, moderno e dotato delle migliori tecnologie. Anche se, forse, si sarebbe potuto portare avanti il progetto senza penalizzare l’attività esistente”. Questo è infatti il nodo della questione: garantire i servizi assistenziali in attesa del futuro ospedale con massima funzionalità ed efficienza. Ma l’Asst della Valle Olona, al momento, non è attrattiva. Angelo Benevento sostiene di andarsene lasciando un “reparto che è un gioiello, ristrutturato prima del Covid”. Un gioiello che rischia di implodere perché non c’è più nessuno che lo cura.

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