Varese, lo scontro in campo durante una partita del Csi finisce davanti al giudice

VARESE – Uno scontro di gioco, con uno dei calciatori che alza troppo il gomito e finisce per colpire l’avversario, oppure un pugno sferrato apposta all’indirizzo del giocatore dell’altra squadra? Sarà il Tribunale di Varese a stabilire come andarono le cose in campo nella partita del campionato CSI tra Orma Masnago e Gurone risalente all’8 aprile del 2017 e al centro di un processo per lesioni.

Occhio gonfio

Quel giorno un giocatore del Masnago, classe 1981, era passato dal terreno di gioco al pronto soccorso, con l’occhio sinistro gonfio. Il 43enne si è costituito parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Ivana Mombelli, e spera di ottenere un risarcimento per il presunto pugno in faccia che avrebbe incassato durante la partita. Il giocatore, a causa di quanto successo in campo, fu in seguito sottoposto ad un intervento chirurgico.

«Gesto involontario»

Niente pugno, ma una gomitata involontaria e legata al normale agonismo che scandì l’interazione tra un giocatore che aveva come obiettivo la porta avversaria e un altro che invece cercava di proteggere la propria parte di campo. Questa la posizione degli avvocati Sandro Damiani e Luca Prati, che difendono l’uomo di 40 anni finito a processo.

La versione dell’arbitro

Processo che, nonostante sia passato parecchio tempo dai fatti, è ancora nella fase del dibattimento con l’esame dei testimoni. Due quelli sentiti in aula nella giornata di lunedì 1 luglio, a cominciare dall’arbitro di quella partita disputata nel 2017.

«Ricordo bene l’episodio – ha spiegato l’allora direttore di gara in riferimento allo scontro avvenuto nello spazio che divide il centrocampo dall’area di rigore – perché il giorno successivo il designatore arbitrale mi chiamò per avere dettagli sull’accaduto. Al momento del contatto stavo contando i passi per il posizionamento della barriera prima, di un calcio di punizione, e non ho visto nulla». Sul suo taccuino, ha fatto notare la difesa, non erano stati appuntati provvedimenti disciplinari per lo scontro tra i due giocatori.

L’urlo e il compagno a terra

Non molto diverso dal racconto dell’arbitro, quello fatto da un compagno di squadra della persona offesa, che anziché la barriera guardava il pallone: «Mi sono girato solo quando ho sentito gridare e ho visto il mio compagno a terra. Sono un medico e vedendo quell’ematoma sul suo volto mi sono subito preoccupato». All’uomo che ha testimoniato davanti al giudice, l’allora 36enne colpito in faccia aveva detto di aver ricevuto un pugno, ma senza specificare il motivo. Se ne riparlerà nel corso dell’istruttoria, anche se la prossima udienza è in programma per l’aprile del 2025.

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