VARESE – Le foto della ex immortalata in momenti di intimità, inviate via social network a parenti e amici della donna. Una “pornovendetta” nata dal fatto che l’uomo, 55enne, era stato lasciato e non aveva accettato la fine della relazione. Un gesto che gli è costato caro, vista la condanna a tre anni di reclusione (il pm ne aveva chiesti quattro) e al risarcimento della persona offesa: 10mila euro di provvisionale, il resto dovrà essere calcolato in sede civile. Il verdetto è arrivato oggi, mercoledì 26 giugno, davanti al gup del Tribunale di Varese.
Gli scatti su Messenger
Tra l’estate del 2020 e quella successiva, gli scatti a luci rosse erano finiti nella casella di Messenger, la chat di Facebook, di diverse persone care alla donna, una 48enne che si è costituita parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Marco Bianchi. Foto accompagnate da messaggi in cui la donna veniva descritta come una poco di buono.
Collage a luci rosse nella buca delle lettere
Ma le cose non si sono fermate al web. Il 55enne, difeso dall’avvocato Luca Carignola, ha ammesso le sue responsabilità rispetto alla diffusione delle immagini, in parte fatte arrivare direttamente a casa, nella cassetta delle lettere delle persone coinvolte nella vicenda: la madre della donna, il suo datore di lavoro, il suo ex compagno. Una busta contenente un collage di foto, che ritraevano la 48enne in atteggiamenti sessuali, fu indirizzata persino alla figlia minorenne della donna.
Atti persecutori
L’uomo, che per il processo ha scelto la via del giudizio abbreviato – ottenendo così uno sconto di pena – è stato condannato anche per atti persecutori, reato per cui il suo difensore aveva chiesto l’assoluzione, sostenendo che dopo l’ammonimento del questore lo stalking sarebbe cessato. Tra le accuse, quella di aver minacciato via social network la ex («gli incidenti possono succedere») e averla tempestata di messaggi chiedendole di tornare insieme a lui. Lei aveva detto no.
