Zocchi fa le carte ai “Fratelli” di Varese: «Giossi Montalbetti il candidato giusto»

Luigi Zocchi e Giossi Montalbetti

VARESE – A Luigi Zocchi, consigliere regionale e commissario del circolo cittadino di Fratelli d’Italia, non bisogna dare la sfera di cristallo per leggere il futuro del partito di Giorgia Meloni in provincia di Varese. Tentare voli pindarici sull’imperscrutabile non è nelle sue corde. E per non sbagliare dice quello che pensa. Con il giusto distacco e consapevole che non potrà mettere tutti d’accordo. Infatti, a un certo punto dell’intervista dice: «Ecco, adesso ci sarà chi mi chiamerà per “lamentarsi” delle mie affermazioni».

Del resto Zocchi non risparmia “affermazioni” (come dice lui) che potrebbero lasciare il segno, o quanto meno fare discutere dentro il partito. E anche dentro la coalizione di centrodestra. Così parla: di risultati elettorali; del suo sostegno a Mario Mantovani, sottolineando il successo di preferenze del sindaco di Arconate alle Europee, ma smentendo “rese dei conti” tra i Fratelli del Varesotto; ma anche del prossimo presidente del circolo di Varese (e qualche nome lo fa) e del possibile candidato sindaco per la Città Giardino: «Che – dice – tocca a noi. Il nome sul quale sono pronto a “dare battaglia” è quello di Giossi Montalbetti».

Luigi Zocchi, partiamo da ciò che hanno lasciato in eredità le ultime elezioni. Molto bene alle Europee, male e senza un sindaco eletto alle amministrative. Qual è il valore reale del partito sul territorio?
(Prima di rispondere Zocchi sorride) «L’andamento delle elezioni dipende sempre dai punti di vista. Personalmente ho sostenuto Mario Mantovani che ha preso 40 mila preferenze. Tante. A lui mi lega anche una lunga amicizia. Poi ho suggerito di mettere sulla scheda il nome di Marco Colombo, in quanto espressione del nostro territorio. Purtroppo non tutti hanno seguito questa strada».

Scusi Zocchi, sta facendo “outing” post elettorale o sta affilando i coltelli per la resa dei conti?
«In realtà nessuna delle due cose».

Eppure i mal di pancia interni al partito non sono mica invenzioni giornalistiche. Anche lei ne sarà a conoscenza, vero?
«Sì, adesso c’è chi si lamenta. Credo però che sia un po’ la storia di chi c’è da molto tempo e sente forte il senso di appartenenza a un percorso e a una storia politica, e di chi è arrivato da poco e ha molto entusiasmo. Entrambi vogliono più spazio ed entrambi hanno ragioni valide per rivendicarlo. Diciamo che Fratelli d’Italia si trova davanti a una malattia di crescita».

Mantovani e Fidanza però hanno dato vita a un derby elettorale. Entrambi non sono certo di primo pelo e la posta in palio è stata anche una questione di leadership territoriale. Come finirà?
«Un conto è la campagna elettorale dove lo “scannamento” fa parte delle regole del gioco, un conto è il mandato in Europa. Credo che entrambi, adesso che sono stati eletti, troveranno il modo per avere rapporti civili e collaborare».

Situazione differente se si scende al livello delle amministrative. Lì ci sono solo musi lunghi e pive nel sacco. E voglia di fare i conti. Come andrà a finire?
«Personalmente non parlerei di sorprese. In alcuni Comuni abbiamo perso, in altri abbiamo perso male. E, mi sia consentito, riguardo a qualche candidato ho manifestato qualche dubbio sulla sua reale forza. Eppure si è scelto di non scompaginare certi equilibri, più personali che di partito. Ora però quel che è fatto è fatto. Abbiamo metabolizzato i risultati. Tra qualche giorno ne parleremo in maniera serena con il presidente Andrea Pellicini in un direttivo. L’obiettivo è ripartire subito».

Affronterete anche la questione dei Circoli. Lei rimarrà ancora commissario di Varese?
«Ho già parlato con Andrea (Pellicini ndr) e gli ho chiesto di arrivare quanto prima alla nomina di un presidente. I miei impegni sono davvero tanti e inizio a far fatica a seguire tutto».

Ha aperto la successione. Sa che non mancano gli aspiranti?
«Non posso mentire, quindi confermo: c’è chi, giustamente, ha l’ambizione di guidare il Circolo».

Magari una donna, la prima nella storia del partito a Varese. Il nome lo facciamo noi: Romana Dell’Erba?
«Dell’Erba ha fatto un’ottima campagna elettorale alle Regionali e ha lavorato tanto e bene alle Europee per Mario Mantovani e per il partito. E’ una figura che dobbiamo valorizzare. Però, prima dei nomi vorrei esprimere un auspicio. Mi auguro che tutti i militanti, nella scelta del prossimo presidente, sappiano mettere da parte i personalismi che sono stati anche un elemento di debolezza in queste amministrative. Stesso discorso vale per chi ha ambizioni per guidare il Circolo. Dico che serve un nome che metta tutti d’accordo».

Zocchi, il suo è quasi un identikit. Ha in mente un nome?
«Si, ma è un’opinione personale. Enrico Argentiero».

Sistemati i meccanismi interni bisogna pensare alle prossime elezioni comunali di Varese. Il 2027 è lontano ma non troppo. Sarà il momento del candidato di Fratelli d’Italia?
«Gli ultimi due candidati targati Lega credo che abbiano mostrato qualche debolezza. Ora tocca a noi. Lo dico, io mi tiro fuori da ogni gioco. Abbiamo il nome ed è un giovane».

Ci sta dicendo che tra Renzo Oldani, che pare lo voglia la Lega, e l’idea Luca Marsico di Forza Italia, i Fratelli punteranno su Giossi Montalbetti?
«Competente, giovane con alle spalle una buona esperienza. Deve ancora acquisire una visibilità personale. Però quello di Giossi Montalbetti è un nome che stiamo facendo e io sono pronto a sostenerlo».

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